Indagine sulle metodiche di screening uditivo neonatale implementate sul territorio nazionale italiano.
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Abstract
INTRODUZIONE
Attualmente in Italia le procedure di screening neonatale uditivo non sono analoghe tra le varie regioni poiché non esistono metodiche universali e standardizzate. Il presente articolo ha l’obiettivo di identificare i protocolli esistenti nel territorio nazionale e le loro modalità di applicazione.
MATERIALI E METODI
È stato somministrato un questionario online ai tecnici audiometristi che lavorano nel territorio nazionale. Il campionamento è stato di convenienza, effettuato attraverso le piattaforme social più utilizzate e create attraverso strumenti informatici dai tecnici audiometristi del territorio italiano. È stata successivamente realizzata un’analisi statistica descrittiva dei dati ottenuti.
RISULTATI
Hanno partecipato all’indagine 168 tecnici audiometristi. I protocolli suggeriti dal JCIH sono quelli maggiormente utilizzati dai tecnici audiometristi: nel 100% del territorio italiano presso i punti nascita viene adottato il metodo che prevede l’esecuzione delle OAE e nelle terapie intensive viene impiegata la metodica dell’a-ABR. Dall’analisi delle risposte dei questionari emerge che il 64% di essi si occupano dell’attività di screening audiologico neonatale: il 55% presso i punti nascita; il 46% presso le terapie intensive neonatali. Le metodiche maggiormente utilizzate nei nati sani e a termine sono le emissioni otoacustiche (OAE), (51%); nei neonati con fattori di rischio presso le terapie intensive sono le a-ABR, (65%). Non tutti i tecnici audiometristi si occupano dell’attività di prevenzione e spesso a svolgerla sono altre figure professionali. Vengono utilizzate diverse metodiche strumentali per l’indagine della funzionalità uditiva, non solo tra regioni, ma anche tra ospedali appartenenti alla stessa realtà regionale. Inoltre, variano anche i protocolli adottati dalle diverse strutture.
CONCLUSIONI
In quasi tutto il territorio nazionale vengono raccolti gli esiti dello screening neonatale audiologico, oltre che con modalità differenti, anche per un diverso utilizzo da una regione all’altra. Concludendo, questo studio sottolinea l’importanza di definire modalità e protagonisti in ambito sanitario coinvolti nella prevenzione neonatale delle patologie uditive.
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