Esperimenti di filatura dell'oro con la seta, di tessitura di campioni di un nastro d’oro di tipo romano e confronto con i reperti provenienti da Pompei e Alba Pompeia.
Abstract
I nastri romani realizzati con fili d’oro hanno esercitato un grande fascino, non solo per le loro caratteristiche
e il loro simbolismo, ma anche per i progressi che hanno rappresentato nello sviluppo dei fili dorati.
Sottilissimi e di larghezze variabili, alcune analisi sui nastri di Pompei hanno rivelato che questi fili dorati
sono ricavati da tagli irregolari di foglia metallica e sembrano presentare tracce organiche di seta.
L’esperimento descritto in questo articolo consisteva nel filare sottili strisce tagliate da speciali fogli di
alluminio, poiché l’alluminio è un adeguato sostituto dell’oro in termini di malleabilità, durezza e peso. Le
strisce sono state filate con filato di seta tinto, sulla base delle osservazioni tratte dal materiale di ricerca.
Questa tecnica è stata confrontata con quella che prevede il taglio di strisce di foglia d’oro, usata nella doratura, e l’avvolgimento o la filatura con fili di fibra. Il passo successivo è stato tessere campioni di nastro con entrambi i tipi di filo, cercando di ricreare il frammento proveniente da Alba Pompeia del I secolo d.C., al fine di ottenere un risultato finale comparabile per forma e struttura a quelli rinvenuti nelle collezioni di Pompei. Un materiale impalpabile come la foglia d’oro è difficile da avvolgere intorno al filo di seta e l’oro si deteriora facilmente. La foglia metallica, invece, pur essendo più stabile e facile da lavorare, crea maggiori irregolarità nello spessore. Lo scopo di questo esperimento è verificare le somiglianze tra i campioni ottenuti e la morfologia dei frammenti romani