Yes, we camp: el paisaje lingüístico de la protesta, de Madrid a L’Aquila (Italia)
DOI:
https://doi.org/10.13135/1594-378X/10965Abstract
In questo articolo discuteremo l'apparato linguistico di due proteste sociali e, nello specifico, dei loro paesaggi linguistici. Il primo oggetto di attenzione sarà il 15M, che è stato studiato da molti punti di vista. A noi interessa quello che mette in luce il ruolo svolto dalla PL di protesta durante lo sviluppo di questo movimento di cittadini. Il secondo scenario è meno noto alla comunità scientifica. Riguarda il PC nato dalle proteste dei cittadini de L'Aquila (Italia) nella fase immediatamente successiva al momento dell'emergenza sismica del 6 aprile 2009.
L'obiettivo principale è quello di indagare le pratiche discorsive associate alla protesta in luoghi così diversi come Madrid e L'Aquila.
Sebbene le cause scatenanti dei due movimenti e i paesaggi linguistici che li illustrano possano sembrare a prima vista diversi, avremo l'opportunità di riflettere sulle analogie che sottendono sia la nascita e lo sviluppo delle proteste, sia i segni che compongono i rispettivi paesaggi linguistici. I movimenti di protesta come quelli in questione hanno un tratto distintivo in comune: l'occupazione dello spazio e la sua trasformazione attraverso l'attuazione di una serie di pratiche discorsive. La somiglianza delle strategie linguistiche utilizzate a Madrid e a L'Aquila ci ha portato a cercare di confrontare le due realtà.
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