Diverse tradizioni
Genealogie e memoria culturale nelle cover delle canzoni di Luigi Tenco
Abstract
La panoramica storica delle cover di Luigi Tenco permette di ricostruire una mappatura della dimensione storico-culturale dell’eredità del cantautore. A livello teorico e storiografico, offre inoltre l’occasione per riprendere spunti teorici e operativi in merito alle tipologie di relazioni intertestuali nelle pratiche di riuso e riappropriazione creativa, oltre a delineare le linee del percorso che oggi riporta Tenco all’attualità.
Nel tentativo di mettere a punto un approccio unificante per affrontare il canzoniere di Tenco, Marconi (2014, p. 109) proponeva di inquadrare la sua produzione quale esempio della possibilità di una canzone né “gastronomica” né “diversa”, né integrata né apocalittica. In quanto parte di una cultura storicamente posizionata, le canzoni sono qui considerate interpretate come segnali distintivi di una cultura del tempo, all’interno della quale tendenze diverse si affrontano e si confrontano, cristallizzandosi momento per momento in un linguaggio poetico-musicale in continua trasformazione. La parabola delle cover di Tenco esemplificativa del passaggio dal punto medio tra i due poli della canzone “gastronomica” e “diversa” (laddove anche Tenco avrebbe voluto posizionarsi) all’assunzione del cantautore quale icona culturale della canzone d’autore. Tale spostamento non mi interessa qui nei suoi risvolti sociologici – su cui esiste già un’articolata discussione – bensì nei riflessi strutturali, performativi e produttivi riscontrabili in quella “tradizione in movimento” rappresentata dalle riprese e reinterpretazioni creative delle sue canzoni nei decenni seguenti la sua scomparsa.
Attraverso una panoramica complessiva sulla produzione di cover tenchiane negli ultimi decenni (aggiornata al 2020) si rifletterà infine su come la pratica culturale della cover, entrata nel nuovo millennio, diventa una prassi digitale tanto nelle modalità quanto nelle forme, assumendo i caratteri di modularità e combinatorietà tipiche delle trasformazioni digitali rimanendo, mentre continua a rappresentare una possibilità di relazione posizionale tra i performer e gli autori che ne sono protagonisti. La memoria di Tenco, letta attraverso la lente della ripresa dei suoi brani nel corso dell’ultimo mezzo secolo, è uno straordinario esempio della plasticità degli oggetti della popular culture in quanto mezzi per l’affermazione dei performer e degli autori che, a posteriori, manipolano il passato per costruire il proprio presente e futuro.
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