MEDUSE CYBORG REVISITED
Incursione nella letteratura cyberpunk giapponese nelle opere di Suzuki Izumi, Ōhara Mariko e Ono Miyuki
Parole chiave:
Suzuki Izumi, Ōhara Mariko, Ono Miyuki, Cyberpunk, DistopiaAbstract
Meduse Cyborg Revisited – A exploration of Japanese cyberpunk literature, in the works of Suzuki Izumi, Ōhara Mariko and Ono Miyuki Deotto delinea la necessità contemporanea di narrazioni legate al “realismo aumentato”. Su questo solco si sviluppa il rinnovato interesse verso la narrativa cyberpunk, e in particolar modo nella speculative fiction giapponese. Questo articolo si pone l’obiettivo di analizzare l’evoluzione della corrente cyberpunk giapponese, realizzate in “ondate” diverse - secondo la classificazione di Tatsumi (2000) - per tracciare analogie e divergenze tra le generazioni di scrittrici. In particolare, ci si concentra sulle tematiche che emergono da queste visioni del futuro di cosiddette “Meduse cyborg”, secondo la definizione di Daniele (1997): autrici “arrabbiate” che hanno attraversato, anticipato o superato il cyberpunk, investigando il ruolo del genere in scenari di sviluppo tecnologico sempre più accelerato. Il primo case studies sarà un esempio di narrativa pre-cyberpunk: Nanto! Koi no saikederikku di Suzuki Izumi. Il secondo caso è Hybrid Child di Ōhara Mariko, scrittrice della “terza ondata”, dove emergono le tematiche del cyberfemminismo, e corpi postumani. Come terzo caso si analizza un testo post-cyberpunk, Vendere il proprio corpo di Ono Miyuki per analizzare lo sviluppo tematico nella narrativa speculativa di oggi.
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