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Le eredità del pensiero di Gianni Vattimo vanno spesso al di là dei confini più facilmente prevedibili. Trópos ha scelto la nozione di “destino”, più densa e aperta della semplice eredità, per indicare gli ambiti in cui la filosofia di Vattimo è tuttora parte del dibattito contemporaneo. Dopo il volume precedente, dedicato alla politica, alla tecnica e alla filosofia in generale, questo secondo volume completa il discorso focalizzandosi sulla religione e sull’estetica. Si va così da saggi su temi teologico-politici a interventi più strettamente dedicati alla filosofia della religione, dall’estetica come filosofia dell’arte alla riflessione sull’esperienza in generale. Programmaticamente o meno, tutti i saggi condividono l’idea che la gerarchia aristotelica dei saperi – la filosofia prima vs le filosofie seconde – abbia fatto il suo tempo: religione ed estetica non sono più concepiti come ambiti “secondari”, ma luoghi del pensiero a partire dai quali si contesta la metafisica e si ridefinisce la filosofia come pensiero non fondazionalista.